Atari è fallita, chiude lo storico marchio di videogiochi

di Redazione Commenta

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Meno di un anno fa vi riportavamo dei problemi finanziari di Atari, lo storico marchio tra i primi ad investire nel mondo dei videogiochi. Oggi purtroppo arriva la notizia che non ci sorprende più di tanto dato che era nell’aria da tempo: Atari chiude. Le perdite troppo ingenti e le difficoltà nell’emergere in un mondo con cui non stavano più al passo hanno convinto i dirigenti a dichiarare il fallimento.

Chiunque abbia più di 25 anni molto probabilmente avrà messo mano su almeno una delle console della storica casa americana, diventata negli ultimi anni francese per evitare il fallimento (inutilmente). Nata nel 1972 a New York, quando ancora i videogiochi erano fantascienza ed il loro antenato, Pong, doveva essere realizzato, questo marchio introdusse un nuovo modo di utilizzare i computer.

I suoi programmatori capirono che con queste macchine ci si poteva anche divertire, e furono proprio loro ad inventare il primo videogioco della storia (anche se il primato è contestato), quello con le due lineette bianche che giocavano a ping pong con una pallina quadrata su sfondo nero. Da lì è stata tutta un’escalation, con diverse console dedicate completamente al gioco realizzate dalla casa americana che la fecero stare al vertice del mercato dei videogiochi fino agli anni ’90 inoltrati.

Tra i titoli più famosi di Atari non si possono non citare due dei “padri” dei videogames moderni, Pacman ed Asteroids, ma a questo marchio dobbiamo anche E.T. e, più recentemente, le partecipazioni nelle saghe Neverwinter Nights e The Witcher. A lei in un certo senso si deve anche la nascita di Activision, software house tra le più importanti oggi sul mercato mondiale, nata da ex dipendenti di Atari usciti dall’azienda perché non soddisfatti del trattamento ricevuto, mentre rimarrà nella mente di tutti noi la storica sfida, un po’ com’è oggi tra Microsoft e Sony, portata avanti tra gli anni ’80 e ’90 con il Commodore, in tutte le sue versioni. Oggi chiude anche quest’altro storico marchio, pochi mesi dopo la chiusura proprio del rivale, segno che 20 o 30 anni nel mondo dei videogiochi equivalgono ad un’Era geologica.

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