Il lato oscuro dei videogames

di Valentina Cervelli Commenta

Spread the love

Il termine survival horror (letteralmente “horror di sopravvivenza“) definisce una categoria di videogiochi basati sulla sopravvivenza del personaggio giocato in un’atmosfera di paura e suspense. Le meccaniche del gioco solitamente combinano elementi dell’avventura grafica e dell’azione.

Lo scopo del personaggio nel gioco può essere il trovare una via d’uscita e tornare in un luogo e in una situazione normale, oppure scoprire il motivo per cui si trova in quella particolare situazione e porre rimedio. I nemici del giocatore solitamente risultano essere zombie, fantasmi, mostri o esseri umani mutati o impazziti, e nella maggior parte dei casi lungo la trama viene scoperta la causa di tale mutazione o presenza paranormale. L’ambientazione di questi giochi solitamente è costituita da spazi chiusi e claustrofobici, oppure luoghi aperti ma particolarmente bui o nebbiosi, con elementi macabri.

Questo genere compare per la prima volta nel 1992, quando entra nella scena videoludica “Alone in the Dark“, per MS-DOS, Mac OS e 3DO. Un’altra scuola di pensiero, invece, vede la nascita del survival horror, nella serie “Splatterhouse” di Namco, i cui episodi erano dei picchiaduro a scorrimento orizzontale con ambientazione familiare a “Resident Evil“. Il genere è molto cresciuto dopo l’avvento appunto di “Resident Evil”, ai tempi della prima Playstation, dando la spinta alla produzione di giochi simili, a volte meri cloni. Alcuni di questi però si sono distinti basando il proprio gameplay focalizzato maggiormente sul terrore psicologico più che sulla violenza splatter. È qui che questi titoli sacrificano la componente d’azione per una trama studiata al fine di procurare un certo grado di tensione narrativa.

Nonostante il genere si sia sviluppato dagli anni 90, già negli anni 80 diversi videogiochi presentavano elementi horror ed alcuni di questi vengono anche citati come possibili fonti di ispirazione per il moderno concetto di survival horror: “Haunted House” della Atari e “Ant Attack” per ZX Spectrum e Commodore 64.

Project Firestart“, del 1989, è probabilmente il primo videogioco che si avvicina al concetto odierno di survival horror e presenta un’ambientazione fantascientifica per cui può essere considerato una sorta di precursore di fortunate serie di giochi come “Dead Space“. In esso troviamo un mix di elementi di azione ed avventura, munizioni limitate, armi deboli su avversari resistenti ma lenti nell’incedere e con scarsa intelligenza artificiale, protagonista vulnerabile, sensazione di isolamento e assenza di base musicale per aumentare il senso di alienazione del gamer.

“Resident Evil”, citato precedentemente ha, negli ultimi capitoli prodotti, abbandonato la tradizionale visuale in terza persona, abbracciando le mode e l’efficacia della visuale soggettiva, riscoprendo le gotiche atmosfere delle origini.

Tra i più famosi troviamo “Amnesia: The Dark Descent“, forse il più riuscito in termini di “paura” che il genere horror abbia mai abbracciato. Il giocatore veste i panni di Daniel, un giovane di Londra, che si risveglia nel buio delle sale del Castello di Brannenburg: un’avventura da affrontare senza armi e in cui fare affidamento solo sulle nostre gambe e sull’utilizzo dei giochi di luce ed ombra.
Nel 2001 approda “Silent Hill 2“, inserito quasi sempre nelle classifiche dei migliori giochi horror di sempre. Noto al popolo dei videogiocatori per la sua caratteristica nebbia, fa del terrore psicologico la sua arma più affilata e sottile. Non mancano di certo nemici e fasi d’azione, come la fuga da Pyramid Head, ma a rendere grande “Silent Hill 2” sono la sua atmosfera e le tragiche storie dei suoi abitanti.

Ciò che accomuna tutti i nuovi titoli sta diventando però l’avanzato livello di tecnologia che richiede una quantità più alta di risorse per poter usufruire di quest’ultimi. Se da un lato questo permette di avere un’esperienza maggiore e più immersiva, dall’altro potrebbe escludere una fetta di persone non in possesso dei mezzi per poterne usufruire. Se l’obiettivo è quello di avere un’esperienza da brivido e non si hanno grandi pretese, può venire in aiuto la lista di titoli horror di Pomu: sul sito sono presenti numerosi titoli che consentono di combattere e confrontarci con le nostre paure in modo semplice, direttamente online da un browser.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>