Metal Gear Rising: Revengeance, anteprima

di Redazione Commenta

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Se Metal Gear Solid, in tutte le sue versioni, vi è piaciuto e vi ha fatto appassionare al genere, probabilmente rimarrete delusi da Metal Gear Rising: Revengeance. A parte il cambio delle menti che l’hanno prodotto, si avrà una rivoluzione nello stile di gioco che potrebbe far storcere il naso ai puristi che hanno anche il poster di Solid Snake in casa.

La caratteristica principale di Metal Gear è stata per anni la capacità di nascondersi, passare inosservato fino alla famosa mantella dell’invisibilità di Metal Gear Solid 2. Purtroppo questa caratteristica che ha dato il via ad un gran numero di giochi clone non sarà ripresa in quest’ultimo capitolo, facendo perdere di sostanza tutto il gioco.

La meccanica piuttosto si concentrerà sull’azione “hack-and-slash“, una sorta di picchiaduro in tempo reale fatto di assalti e colpi di spada o altre armi, spesso di contatto. La mossa è stata sicuramente coraggiosa da parte degli sviluppatori che sanno già di andare incontro ad una sollevazione dei fans, e per questo hanno deciso di eliminare la dicitura “Solid” dal titolo e sostituirla con “Rising” proprio per assegnare una sorta di cambio di direzione alla saga, segnalata da una modifica nel nome che prende le distanze da quello vecchio.

Detto questo, concentriamoci su come sarà il gioco. Non manovreremo il mitico Solid Snake o altri personaggi della saga, ma Raiden (che non ha nulla a che fare con il personaggio di Mortal Kombat), un cyborg armato di katana in grado di tagliare qualsiasi cosa. La velocità di combattimento è la sua arma migliore, per questo non ha bisogno di nascondersi ma attacca a testa bassa ricordando un po’ il gameplay di Bayonetta (che peraltro è stato sviluppato dallo stesso team).

L’aspetto positivo è che, puntando sulla capacità di taglio della katana di Raiden, l’ambiente circostante sarà tutto distruttibile, favorendo così l’interazione completa. Data la velocità gli sviluppatori hanno pensato bene di introdurre il sistema bullet time, cioè il rallenty per comprendere meglio le azioni più rapide. Anche la grafica cambierà molto, con il personaggio principale che, nonostante sia un robot, sembra una donna-emo dal taglio di capelli assurdo, come lo sono anche alcuni dei dialoghi che sicuramente sarebbero migliorabili. La trama infine si concentrerà sulla storia di Raiden, di cui non vogliamo anticiparvi nulla, se non il fatto che gli ideatori hanno dato libero sfogo alla fantasia. Crediamo che il pubblico potrebbe in un primo momento arrabbiarsi per l’assegnazione del titolo “Metal Gear” ad un gioco che non ha nulla a che fare con i giochi precedenti, ma dopo averci giocato per un po’ potrebbe accorgersi che non è così male. La data di uscita non è ancora stata ufficializzata, ma sicuramente avverrà quest’anno.

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