Videogiochi violenti, bocciata la legge per tassarli

di Redazione Commenta

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Buone notizie per gli appassionati di videogiochi sparatutto e di combattimento. L’Oklahoma ha respinto la proposta di legge presentata dal deputato dello Stato americano William Fourkiller per tassare i videogames che hanno insito un certo tasso di violenza per finanziare progetti per il recupero dei giovani.

La tassa dell1%, che avrebbe dovuto riguardare solo gli Usa, sarebbe però stata un pericoloso precedente in quanto, se fosse diventata un punto di riferimento comune, sarebbe potuta essere adottata anche altrove, compresa l’Europa, portando così il costo dei videogiochi, già molto alto, ad innalzarsi ancora di più.

Ad ogni modo il pericolo è scampato, seppur di poco. La giuria era composta da 11 persone, ed appena 6 hanno votato contro, sintomo che in qualche modo l’idea era stata almeno presa in considerazione, anche se secondo noi andava direttamente lanciata nel cassonetto della carta straccia. In ogni caso si tratta di un passo in avanti visto che una proposta simile effettuata in New Mexico qualche anno non fu nemmeno presa in considerazione.

Il motivo per cui si è giustificata la bocciatura sta nella forma. Per distinguere i videogiochi violenti da quelli che non lo sono, non sarebbe stata formata una commissione che avrebbe dovuto giocare e capire quali giochi sono pericolosi, ma si sarebbero dovuti tassare tutti i giochi che avessero ricevuto la classificazione che da noi corrisponderebbe a PEGI 16 e 18. In questo gruppo infatti rientrano giochi che con la violenza non c’entrano assolutamente nulla come alcuni giochi di danza come Dance Central o Zumba Fitness, o videogames troppo complessi per un bambino, ma per nulla violenti come Final Fantasy. Inoltre, secondo la commissione, con questo principio si dovrebbero tassare anche i film violenti o i libri che parlano di violenza, un’azione decisamente impossibile e dannosa. Pur considerando che qualcosa bisogna fare per evitare che la violenza passi dal piccolo schermo alle strade, non si può di certo affermare che una tassa dell’1% sia la soluzione migliore, hanno concluso i giudici.

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