Uncharted: in arrivo la trilogia?

di Redazione Commenta

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Una delle serie di videogiochi più fortunate degli ultimi tempi è senza dubbio Uncharted, videogioco incentrato sulle vicende di Nathan Drake (da notare le iniziali N.D. come quelle della casa sviluppatrice Naughty Dog), un esploratore che si trova sempre in mezzo a mille guai.

Questo gioco di azione-avventura è giusto al suo terzo capitolo, denominato l’Inganno di Drake, se vogliamo considerare soltanto la parte “ufficiale” dedicata esclusivamente alla PlayStation 3, visto che è uscita anche una variante per PSP passata piuttosto sotto silenzio. Ad ogni modo gli amanti del gioco non stanno più nella pelle visto che per poter giocare a questo terzo capitolo dovranno aspettare ancora un mese. Intanto Naughty Dog e Sony hanno pensato anche a chi non hai giocato nemmeno per un minuto con il mitico Drake.

Successivamente all’uscita del terzo capitolo (4 novembre in Italia), gli sviluppatori stanno pensando di far uscire un cofanetto con la trilogia, in modo da accontentare quei milioni di videogiocatori che hanno cominciato solo oggi ad accorgersi dell’esistenza di questo gioco, ma che giustamente non ritengono sensato cominciare a giocarci già dalla terza uscita. Ancora non ci sono né date né prezzi, si sa solo che i rappresentanti dei due gruppi si sono incontrati e che si discuterà prossimamente di organizzare questa sorta di “evento” per collezionisti.

Intanto, nell’attesa, una volta che gli utenti avranno finito e ri-finito il gioco, avranno la possibilità di giocare online tramite quel mezzo, che personalmente ritengo molto antipatico, del PSN Pass, il pass per poter accedere alla modalità online solo con il gioco originale acquistato nuovo, il quale non vale più se il gioco viene venduto usato. Una scelta che segue quella dell’apripista Resistence 3, molto criticata e che si sospetta sia alla base del calo delle vendite, inferiori alle attese almeno appena dopo l’uscita. Ricordiamo che il PSN Pass potrà essere acquistato da chi compra il gioco usato al costo di 10 euro, in modo da non tagliare definitivamente le gambe a chi basa sul “riciclo” dei giochi il proprio fatturato.

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