La censura fa nuove vittime, colpiti Far Cry 3 e Ninja Gaiden

di Redazione Commenta

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Incredibile ma vero, nel 2013 in due dei Paesi dalla mentalità più avanzata del mondo ancora vige la censura per i videogiochi. Stiamo parlando della Germania e del Giappone che hanno un metro molto severo quando si tratta di contenuti digitali a cui accedono i minori. Evidentemente nemmeno loro si fidano della classificazione per età di cui praticamente nessuno tiene conto.

Ci stupiamo maggiormente della Germania che proprio qualche mese fa aveva annunciato che non avrebbe permesso la vendita nei confini nazionali di Dead Island: Riptide perché venivano uccise delle creature che potevano “assomigliare” a delle persone. A farne le spese di questa mentalità parziale (perché non con tutti i giochi è stato usato questo metro di giudizio) e retrograda stavolta è Ninja Gaiden: Radzor’s Edge. Il suo caso poi è ancora più assurdo. Come già il titolo lascia intendere, la lama del ninja in questione dovrebbe fare a fettine i suoi nemici. Ma mentre le versioni per Xbox 360 e PlayStation 3 sono state autorizzate, quella per Wii U è stata bloccata perché il gamepad permette una funzione ulteriore che permette di amputare gli arti ai nemici. Una forma di crudeltà che al sistema tedesco non è piaciuta.

Più cauto invece ci è andato il Giappone dove, si sa, i videogiochi sono sacri. Il primo mercato al mondo di videogames infatti non ci avrebbe fatto una bella figura nel bloccare le vendite di un videogioco, e allora ha pensato bene di “smussarne gli angoli”. Stiamo parlando di Far Cry 3, un gioco che certamente tanto tranquillo non è. Il Giappone ha così chiesto ed ottenuto agli sviluppatori alcune modifiche. Ad esempio ora le ferite sono più lievi e producono meno sangue, una scena di sesso è stata modificata per renderla meno scabrosa, ed inoltre mentre nelle versioni Occidentali si subisce una penalità dopo aver ucciso molti civili innocenti, il limite per questa penalità sul mercato giapponese è stato abbassato a sole tre vittime. Noi siamo contro ogni forma di censura, ma bisogna riconoscere che è meglio apportare una modifica del genere piuttosto che vietare la vendita in modo definitivo.

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